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TitleVerso un approccio funzionale allo studio della diversità. Risultati di una prima indagine sullo zooplancton e la rete trofica pelagica del Lago Maggiore attraverso analisi di isotopi stabili di carbonio e azoto
AbstractIn ambito internazionale si va sempre più affermando la necessità di studiare in chiave funzionale gli ecosistemi, primi fra tutti quelli d’acqua dolce. Questi ultimi infatti dovrebbero essere tra gli ambienti maggiormente influenzati dai mutamenti globali e dall’invasione di specie aliene. L’impatto di questi grandi cambiamenti sulla biodiversità e sul funzionamento degli ambienti dulcacquicoli non può prescindere da una caratterizzazione degli organismi mirante alla definizione delle fonti da essi utilizzate e del loro ruolo trofico nell’ecosistema. In quest’ottica è stato condotto nel 2008 uno studio sul pelago del Lago Maggiore, uno dei laghi maggiormente studiati in Europa. Scopo dell’indagine era quello di caratterizzare le variazioni stagionali nelle fonti di carbonio e nel ruolo trofico di organismi pelagici, sì da mettere in luce eventuali contributi del litorale alla produzione secondaria pelagica e le vie principali del trasferimento di materia ed energia dai produttori primari ai consumatori secondari, fino ai pesci planctivori. Campioni raccolti in diversi momenti stagionali da tre stazioni sono stati analizzati al fine di identificarne i fingerprint isotopici di carbonio e azoto. I risultati ottenuti confermano quanto osservato nel Lago Lemano, suggerendo l’esistenza di meccanismi comuni ai laghi profondi subalpini relativamente alle variazioni stagionali del fingerprint del carbonio e un ruolo trofico dei cladoceri molto simile. Il ruolo di fonti litorali di carbonio non sembra trascurabile: il fingerprint dei pesci zooplanctivori è risultato infatti molto vicino a quello del litorale in alcuni momenti dell’anno. Inoltre, i dati ottenuti relativamente ai copepodi sembrano suggerire per essi un ruolo di carrier del carbonio litorale verso il pelago. Ulteriori studi attualmente in corso consentiranno di approfondire questi due aspetti emersi da questa prima indagine.
SourceBiologia ambientale 24(2), pp. 65–74
Keywordsdiversità funzionalefingerprint isotopicozooplanctonsestonpesci
JournalBiologia ambientale
EditorC.I.S.B.A., Reggio Emilia, Italia
Year2010
TypeArticolo in rivista
AuthorsVisconti A., Fadda A., Caroni R., Cerutti I., Volta P., Manca M.
Text71969 2010 diversita funzionale fingerprint isotopico zooplancton seston pesci Verso un approccio funzionale allo studio della diversita. Risultati di una prima indagine sullo zooplancton e la rete trofica pelagica del Lago Maggiore attraverso analisi di isotopi stabili di carbonio e azoto Visconti A., Fadda A., Caroni R., Cerutti I., Volta P., Manca M. In ambito internazionale si va sempre piu affermando la necessita di studiare in chiave funzionale gli ecosistemi, primi fra tutti quelli d’acqua dolce. Questi ultimi infatti dovrebbero essere tra gli ambienti maggiormente influenzati dai mutamenti globali e dall’invasione di specie aliene. L’impatto di questi grandi cambiamenti sulla biodiversita e sul funzionamento degli ambienti dulcacquicoli non puo prescindere da una caratterizzazione degli organismi mirante alla definizione delle fonti da essi utilizzate e del loro ruolo trofico nell’ecosistema. In quest’ottica e stato condotto nel 2008 uno studio sul pelago del Lago Maggiore, uno dei laghi maggiormente studiati in Europa. Scopo dell’indagine era quello di caratterizzare le variazioni stagionali nelle fonti di carbonio e nel ruolo trofico di organismi pelagici, si da mettere in luce eventuali contributi del litorale alla produzione secondaria pelagica e le vie principali del trasferimento di materia ed energia dai produttori primari ai consumatori secondari, fino ai pesci planctivori. Campioni raccolti in diversi momenti stagionali da tre stazioni sono stati analizzati al fine di identificarne i fingerprint isotopici di carbonio e azoto. I risultati ottenuti confermano quanto osservato nel Lago Lemano, suggerendo l’esistenza di meccanismi comuni ai laghi profondi subalpini relativamente alle variazioni stagionali del fingerprint del carbonio e un ruolo trofico dei cladoceri molto simile. Il ruolo di fonti litorali di carbonio non sembra trascurabile il fingerprint dei pesci zooplanctivori e risultato infatti molto vicino a quello del litorale in alcuni momenti dell’anno. Inoltre, i dati ottenuti relativamente ai copepodi sembrano suggerire per essi un ruolo di carrier del carbonio litorale verso il pelago. Ulteriori studi attualmente in corso consentiranno di approfondire questi due aspetti emersi da questa prima indagine. 24 2 Published version Articolo in rivista C.I.S.B.A. 1129 504X Biologia ambientale Biologia ambientale Biol. ambient. VISCONTI ANNA pietro.volta VOLTA PIETRO igorio.cerutti CERUTTI IGORIO marinamarcella.manca MANCA MARINA MARCELLA TA.P04.016.004 Ecologia teorica e applicata degli ecosistemi acquatici